Portogallo, 35mm, 1:1,37, Colore – B/N, Dolby SR, 75′ (2000)
Il singhiozzo è la melodia del bisbiglio walseriano. Ci rivela la provenienza dei suoi soggetti preferiti. La follia e nessun altro luogo. Sono personaggi che hanno attraversato
la follia e per questo rimangono di una superficialità straziante, completamente disumana, imperturbabile. Se volessimo definire in una parola quello che hanno di divertente e terribile, potremmo dire: sono tutti guariti. Chiaramente non sapremo mai quale sia stato il procedimento della cura, a meno che ci si avventuri nella sua Biancaneve.
Walter Benjamin
Robert Walser riprende la favola nel punto in cui è stata lasciata da Grimm. Nelle mani del poeta i personaggi si permettono di tutto, anche di prendersi gioco della leggenda.
Che imprudente idea quella del principe di interrompere Biancaneve nel suo sonno più profondo e, con un bacio che lei sempre negherà, tirarla fuori dalla bara di vetro per restituirla alla vita, ossia alla carne, e arrogarsi diritti su di lei.
In questo “drammetto”, Walser è ancora immerso nei conflitti dell’infanzia. Si nota qui nell’inesistenza del padre. È sempre con la madre, o la matrigna, che l’eroina deve confrontarsi.
Se Biancaneve vuole morire o tornare al paese de suoi nani, è perché non è convinta della buona fede della regina. La sua matrigna non ha già voluto avvelenarla? Quando Biancaneve, ad opera del principe, toma in vita, la regina senza indugio, grazie ai suoi baci, non esorta il cacciatore a pugnalarla?
Ed ecco il principe e la fanciulla, pura come il suo nome suggerisce, – nome che evoca per noi la morte di Walser nella neve – terrorizzati evoca per noi la morte di Walser nella neve – terrorizzati da una scena bestiale tra la regina e il cacciatore.
L’uomo è steso sulla donna e i suoi atteggiamenti sembrano ai due innocenti di una brutalità spaventosa.
Sarà questo l’amore? Una lotta feroce?
Baci avvelenati, amore e delitto intimamente legati, è assolutamente imprescindibile correggere la favola di Grimm. La madre, la matrigna, non può essere così malvagia, sarebbe insopportabile. Ma Biancaneve deve imparare che amore e odio non sono mai così distanti. Lei lo capisce. Si sentiva – come Robert -”ferita, rifiutata, perseguitata, odiata”. Era solo sciocca e così tutto finisce bene. Biancaneve sceglie di essere felice.
A che prezzo? Il dilemma è quasi amletiano: l’affermazione della pochezza del sì implica la rinuncia alla grandezza del no. Gli ultimi fiocchi di neve si sciolgono davanti al trionfo dei raggi del sole. Nell’universo sociale non c’è spazio per l’universo mitico.
Le bonheur n’est pas gai.
Oh notte, coperta dal tuo manto di luna : neve, ancora neve?
- Marie-Louise Audiberti / João César Monteiro -
Cast
Maria do Carmo (Biancaneve), Ana Brandão (Regina), Reginaldo da Cruz (Principe straniero), Luís Miguel Cintra (cacciatore), Diogo Dória (Re)
Scheda Tecnica
Regia: João César Monteiro a partire da Schneewittchen di Robert Walser
Direttore della fotografia: Mário Barroso
Suono e montaggio del suono: Joaquim Pinto
Musica: Péchés de ma vieilesse di Gioachino Rossini; Il motivo degli oggetti di vetro di Salvatore Sciarrino; Beiseit di Heinz Holliger
Produttore: Paulo Branco
Produzione: Madragoa Filmes
Coproduzione: RTP
Direttore di produzione: Alexandre Oliveira
Assistente di produzione: Patrícia Almeida
Segretaria di produzione: Marta Cardoso
Direttore finanziero: Luísa Perestrello
Assistente alla fotografia: Muriel Mayret
Assistente al suono: Nuno Lionel
Assistente alla regia: Ana Isabel Revez dos Santos
Traduzione: Célia Henriques corteggiata da João César Monteiro
Laboratorio immagine: Tóbis Portuguesa